Il modello associazionistico del funzionamento della mente proposto da Meynert (1884, integra i dati discussi da Hècaen e Lanteri-Laura (1977). Meynert distingue 2 aree corticali:
- Aree di proiezione, che servivano per analizzare le informazioni sensitivo-sensoriali e per impartire ordini di movimento;
- Aree di associazione, servivano come veri e propri magazzini di immagini, depositi di ricordi che aiutavano il riconoscimento.
Il modello suggerisce la presenza di un centro di immagini articolatorie nella parte inferiore del lobo frontale e un centro di immagini uditivo-verbali nella parte posteriore dell'insula e della prima circonvoluzione temporale.
Secondo questo modello le vie acustiche centrali ad esempio, terminerebbero nella parte posteriore dell'insula e sarebbero associate ad un centro di immagini contenente le immagini uditive delle parole.
Il modello associazionistico si può sintetizzare nelle seguenti parti:
1) Il pensiero è una combinazione di immagini;
2) Le immagini sono la traccia di sensazioni ricevute in precedenza;
3) Quando un centro percettivo è nuovamente stimolato da un item specifico. La risposta del centro percettivo è un'evocazione automatica delle immagini create in precedenza;
4) Le immagini evocate contemporaneamente da varie modalità sensoriali tendono ad associarsi tra loro;
5) Un'immagine potrà essere evocata dalla stimolazione del centro sensoriale corrispondente e/o da un'altra immagine ad esso associata (appartenente ai diversi canali sensoriali;
6) I concetti delle immagini sono associazioni di immagini, un'insieme di stimoli sensoriali;
7) Il linguaggio non è che un gioco di immagini verbali depositate nelle aree associative adiacenti ai centri sensoriali e motori corrispondenti;
8) La patologia del linguaggio (afasia) dipende dalla distruzione dei centri dove sono depositate le immagini verbali relative ad ogni modalità sensoriale o motoria.
Riferimenti
Gianfranco Denes, Luigi Pizzamiglio, Manuale di neuropsicologia, II edizione, 1996.
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