L'attenzione in neuropsicologia viene definita come la funzione che regola l'attività dei processi mentali, filtrando e organizzando le informazioni provenienti dall'ambiente, al fine di consentire le successive elaborazioni necessarie per la scelta della riposta comportamentale adeguata in base a fattori endogeni –motivazionali- ed esogeni –contestuali/ambientali. E’ una "core function" (come la memoria): è necessaria per il controllo e il corretto funzionamento delle altre funzioni cognitive superiori (un deficit di attenzione compromette anche queste funzioni.
Essa ha due caratteristiche principali:
1) Ha una capacità limitata
2) E' selettiva.
A scopo descrittivo si possono distinguere diversi tipi di attenzione [spaziale (space-based), non-spaziale (feature-, object-based), selettiva, sostenuta, endogena, esogena, implicita, esplicita, seriale, parallela] ma essa è fondamentalmente una funzione unitaria, definibile come una proprietà emergente dall’attività di un network distribuito di aree cerebrali interconnesse che serve a regolamentare la competizione fra gli stimoli per accedere all’elaborazione consapevole.
Da un punto di vista anatomico
Le aree ‘attenzionali’ costituiscono un circuito integrato postero-anteriore che comprende le aree parietali posteriori, frontali e pre-frontali dorsolaterali (selezione della localizzazione spaziale: vedi neglect), e temporali inferiori e pre-frontali inferiori (selezione dell’oggetto), fra loro interconnesse. Teoricamente il processo attentivo può essere descritto come un processo di regolamentazione competitiva e selettiva dell’informazione da parte del network neurale. Questo processo si avvale di due fasi:
1) Competizione fra stimoli (salienti e meno salienti): che esiste perché abbiamo una capacità di elaborazione limitata nel tempo e nello spazio. Si tratta di un network di circa 30 aree cerebrali visive organizzate in un network dorsale e in uno ventrale che seleziona gli stimoli in base al grado di importanza contestuale. Il flusso informazionale procede in senso postero-anteriore secondo un principio gerarchico di complessità crescente di elaborazione.
Le dimensioni del campo recettivo dei neuroni aumentano progressivamente lungo il percorso (da 0° a 25°) in modo tale che progressivamente diminuisca la loro capacità discriminatoria fra oggetti diversi, che quindi competono per una rappresentazione unica.
2) Selezione fra stimoli di tipo: Bottom-up e Top-down. Il processo di selezione botton-up fa sì che stimoli nuovi o salienti elicitano una risposta neurale maggiore (neural gain) rispetto a stimoli già noti o ripetuti.
Il processo di selezione top-down si ri fa al concetto "space-based" secondo il quale l’aspettativa della comparsa dello stimolo in una certa localizzazione spaziale aumenta la risposta neurale allo stimolo (anche all’interno dello stesso campo recettivo).
Nel caso in cui il neural gain sia dovuto alla capacità di mantenere nella working memory la rappresentazione delle caratteristiche dell’oggetto (attentional template) ci riferiamo ad un processo di selezione definito features-based.
Modelli cognitivi
I modelli attuali considerano l’attenzione non tanto come un ‘faro’ che ‘illumina’ l’ informazione da elaborare filtrandola rispetto a quella irrilevante, ma come una proprietà emergente da un network diffuso di strutture nervose che regolamenta la competizione fra stimoli per selezionare quello/i rilevante per l’ elaborazione consapevole e la risposta comportamentale adeguata.
Si tratta di modelli del tipo BIASED COMPETION MODELS (De Simone & Duncan, 1995). Secondo il quale il processo che seleziona l’ informazione che accede all’ elaborazione consapevole dipende da fattori sia di tipo ‘Bottom –up’ che ‘Top down’. In breve possiamo sostenere che avvalendosi del processo botton-up, la selezione dello stimolo avviene sulla base delle caratteristiche percettive dello stimolo stesso. Nel caso della selezione attraverso un'elaborazione top-down in questo caso entrano in gioco processi cognitivi maggiori come la Working memory(space/location-based, object-based, task-related, experience-related ).
Un modello alternativo denominato : la ‘Feature Integration Theory’ proposto da Treisman (1998)considera l’ attenzione come il processo che permette la soluzione del ‘Binding problem’, cioe’ la nostra capacità di integrare in modo seriale in una unica rappresentazione le caratteristiche diverse di uno stesso oggetto nello spazio e nel tempo (forma, colore, luminosità, etc..) (Treisman, 1980; 1998).
Riferimenti
Neppi Modona, Torino 2014. Slide convegno GIRN.
|