Blindsight tradotto significa visione cieca, è un disturbo neuropsicologico complesso che si caratterizza er la capacità da parte del soggetto di localizzare uno stimolo visivo situato nella parte del campo visivo cieco, colpito da scotoma. Il fenomeno paradossale è che l’individuo non è cosciente dello stimolo postogli davanti, ad esempio in un tragitto a piedi egli eviterà inconsciamente l’ostacolo.
Questo fenomeno è stato indagato da Larry Weiskrantz e Alan Cowey che spiegarono il disturbo teorizzando una doppia via visiva per il riconoscimento degli ogetti una conscia (quella corticale) ed una inconscia (via sottocorticale). Il messaggio proveniente dalla retina raggiunge il nervo ottico e si biforca in due vie: i due principali sistemi visivi del cervello.
- La prima via, filogeneticamente più arcaica, attraversa il collicolo superiore, una struttura del tronco cerebrale. Lo stimolo inizia nella corteccia V1, attravversa l'area V2 (dove in parte viene elaborata), ed in seguito giunge all'area dorsomediale e all'area visiva MT (nota anche come V5) ed in seguito alla corteccia parietale posteriore. La corrente "dorsale", spesso definita anche la "via del dove" oppure la "via del dove", è associata al movimento, alla rappresentazione spaziale della posizione degli oggetti.
- La seconda, filogeneticamente più recente e più evoluta, va alla corteccia visiva nella parte posteriore del cervello. Lo stimolo visivo inizia nella corteccia V1 (peri scissura calcarina), va verso l'area visiva V2, poi verso l'area visiva V4, e raggiunge la corteccia temporale inferiore. La corrente ventrale, a volte definita la "via del cosa", si associa al riconoscimento delle forme e alla rappresentazione degli oggetti.
L. Weiskrantz studiando il paziente G.Y. notò che il paziente alla domanda:” cosa vede difronte a lei?” Rispondeva: “niente”. Ma quando veniva sollecitato a cercare l’oggetto posto sul tavolo, G.Y. individuava immediatamente l’oggetto. La risposta di Weiskratz è che una lesione alla via corticale (via del cosa), rendeva cieco il paziente G.Y. ma solamente al livello conscio, perché la conservazione della via arcaica visiva (via del dove) gli consentiva di localizzare l’oggetto.
Riferimenti:
Elisabetta Làdavas, Anna Berti, Neuropsicologia, Bologna, il Mulino, 2002. ISBN 978-88-15-08898-7.
Weiskrantz, L. (1986), Blindsight. A case study and implications, London: Oxford University Press.
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